(8/10) “Un ritorno spettacolare sotto ogni punto di vista“
RUMORE – 05/2015 – “Olivier Manchion esce da una pausa di dieci anni, rimette in giro la sigla Permanent fatal error e riprende il discorso del (bellissimo) disco Wallace nel 2005, con un EP (copertina stampata da Legno) in uscita per Secret Furry Hole. E tirandoci fuori uno straordinario disco di canzoni che rimandano a Spector e Mark Linkous nelle inflessioni ultrapop di Sing a song quanto a certi Death in june in cose come Blood. E ovviamente agli Ulan Bator, di cui Manchion fece parte nel periodo più florido, quando le batterie picchiano e sembrano perdere colpi in pezzi come Solar Penguin. Un paesaggio cotto e desolato come la straordinaria copertina del disco. Il tono, dimesso ma per nulla rassegnato di qualcuno che sembra aver qualcosa di importante da dire, un ritorno spettacolare sotto ogni punto di vista.” (8/10)
Francesco Farabegoli

Fonte: Rumore magazine (in edicola)
